LA FINANZIARIA IN PILLOLE

http://www.lastampa.it/redazione/default.asp
21/7/2008 ROMA
Con 323 sì e 253 no il governo ha incassato la fiducia dell’Aula della Camera sul decreto legge che compone la manovra economica triennale. Dopo il via libera di Montecitorio previsto per giovedì, il provvedimento passerà all’esame del Senato per la seconda lettura.

Il decreto legge su cui la Camera ha votato la fiducia contiene la manovra triennale del governo. Rispetto al testo uscito dal Consiglio dei Ministri, è stato molto cambiato nel passaggio in commissione e accoglie anche buona parte delle misure inizialmente previste nel disegno di legge collegato.
Ecco in sintesi le novità introdotte dal decreto.

CARTA IDENTITÀ. Avrà durata decennale e, dal primo gennaio 2010, dovrà riportare sia la fotografia che le impronte digitali.

VIA LA TASSA SUGLI ASSEGNI. Elevata da 5.000 a 12.500 euro la soglia massima per l’utilizzo del contante e dei titoli al portatore reintroducendo gli importi vigenti fino alla data del 29 aprile 2008. Viene inoltre eliminata l’imposta di bollo in misura pari a 1,50 euro per ciascun assegno non contenente la clausola «non trasferibile».

ROBIN TAX. Rispetto alla prima stesura via le royalties a carico delle compagnie che estraggono idrocarburi e l’attribuzione allo Stato di una quota in barili pari all’1% della produzione annua, resta l’addizionale Ires del 5,5% per le società del settore petrolifero e dell’energia elettrica. Saranno le maggiori tasse sulle banche ad alimentare il fondo per i meno abbienti.

SOCIAL CARD. Collegata alla Robin Tax, sarà concessa solo ai residenti di cittadinanza italiana. Per alimentare il fondo si ricorrerà anche ai “conti dormienti” delle banche.

ABOLITO CUMULO REDDITI-PENSIONE. Totale cumulabilità, a decorrere dal 1° gennaio 2009, tra pensioni dirette di anzianità e redditi da lavoro autonomo e dipendente. Si prevede, inoltre, a decorrere dalla medesima data, l’integrale cumulabilità con i redditi da lavoro autonomo e dipendente per le pensioni dirette conseguite nel regime contributivo in via anticipata rispetto ai 65 anni per gli uomini e ai 60 anni per le donne.

CLASS ACTION. Prorogata al primo gennaio 2009 l’entrata in vigore della disciplina sulla «class action» , introdotta nell’ordinamento dalla legge finanziaria 2008.

ASSICURAZIONI VITA. Il prelievo applicabile alle riserve matematiche dei rami vita salirà dallo 0,3 allo 0,35% (più 0,050). Solo per il 2008 l’aliquota salirà allo 0,39%. A titolo di acconto, è previsto il versamento a novembre di una imposta pari allo 0,050 delle riserve matematiche iscritte nel bilancio del periodo d’imposta 2007.

TAGLI AI MINISTERI. Salgono con il maxiemendamento: le tabelle riportano riduzioni di spesa per 8,435 miliardi nel 2009 (il taglio cresce di 300 milioni rispetto alla versione originaria del decreto), 8,929 nel 2010 (400 milioni di taglio in più, erano 8,529) e 15,611 miliardi nel 2011 contro i 15,211 della prima stesura.

TAGLIA-CARTA. Riduzioni per la produzione e la circolazione di documentazione cartacea da parte e all’interno delle amministrazioni pubbliche, sostituendola con il documento informatico.

CARBURANTI 1. Via libera alla liberalizzazione della rete di distribuzione, meno vincoli per installare una stazione di servizio.

CARBURANTI 2. Diventa automatica anzichè facoltativa la possibilità di sterilizzare le accise sui carburanti quando il prezzo del petrolio superi del 2% quello indicato dal Dpef. TICKET: aboliti dal 2009 i ticket sull’assistenza specialistica ma metà della spesa (834 milioni) graverà sulle regioni. Lo Stato incrementa di 50 milioni del finanziamento del Servizio sanitario nazionale. Altri 400 milioni dovrebbero arrivare con il Piano Sanità, la restante copertura verrà da una serie di misure di razionalizzazione ed efficientamento della spesa ma l’emendamento del governo consente alle regioni di mantenere «in misure integrale o ridotta» il ticket sulla diagnostica o di applicare «altre forme di partecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria», per i soggetti non esenti.

STRETTA SU ESENTI. Più verifiche sulle esenzioni sanitarie e maggiori controlli sulle prestazioni liberamente rese da erogatori privati. Le Asl non «rimborseranno più a piè di lista».

ACCERTAMENTI FISCALI. In arrivo 110.000 accertamenti fiscali in più rispetto a quelli del biennio 2007-2008 e il governo prevede «maggiori entrate per cassa per il solo 2011 pari a 610 milioni di euro».Del pacchetto antievasione fa parte anche il contrasto alle residenze fittizie all’estero. Il maggior gettito atteso è di 5 milioni nel 2009, 100 nel 2010 e 200 nel 2011.

CINQUE PER MILLE. La dotazione aumenta di 20 milioni nel 2008 e vengono definiti i criteri per individuare i beneficiari 2009: rientrano società sportive dilettantistiche e fondazioni.

ENERGIA. L'Autorità per l’energia svolgerà l’attività consultiva di segnalazione al governo sulla realizzazione di impianti di produzione di energia nucleare. La promozione della ricerca sul nucleare pulito, di quarta generazione o da fusione, rientrerà tra gli obiettivi della Strategia energetica nazionalè che il governo metterà a punto entro sei mesi. Prima inserita con un emendamento della Lega e poi soppressa la riforma dell’Autorità con riduzione da 5 a 4 membri e la decadenza dei vertici dell’Autorità per l’energia; dovrebbe essere ripresa nel Ddl in materia economica.

CONTATORI. La competenza sugli appartati di misura resta alle Camere di commercio.

GAS, ESPLORAZIONI ALTO ADRIATICO. Sarà possibile avviare ricerca e coltivazione di idrocarburi nel Golfo di Venezia, sulla verifica dell’assenza di rischi apprezzabili di subsidenza sulle coste è prevista azione d’intesa fra Consiglio dei Ministri e Regione Veneto.

RISPARMIO ENERGETICO. Le amministrazioni statali devono approvvigionarsi di combustibile da riscaldamento e dei relativi servizi, nonchè di energia elettrica, mediante le convenzioni Consip o comunque a prezzi inferiori o uguali a quelli praticati da Consip.

PIANO CASA. Sarà esteso agli immigrati a basso reddito a patto che risiedano da 10 anni in Italia e da 5 nella regione. Aiuti per le giovani coppie, famiglie a basso reddito e genitori single precari con un fondo da 24 milioni. Per l’acquisto di immobili da parte degli inquilini si mettono paletti al piano di alienazione degli immobili Iacp (o ex-Iacp): l’opzione scatta per gli inquilini che non hanno un’altra casa in proprietà e che non risultino morosi.

PIÙ POTERI A MISTER PREZZI. Ridefinite le funzioni del Garante per la sorveglianza dei prezzi prevedendo specificib poteri conoscitivi e un maggiore coinvolgimento delle associazioni di categoria e delle amministrazioni pubbliche.

FINMECCANICA. In caso di aumento di capitale è autorizzata la sottoscrizione per un importo massimo di 250 milioni di euro. La quota dello Stato, in caso di aumenti di capitale, non potrà scendere sotto la quota di controllo del 30%.

SERVIZI PUBBLICI LOCALI. La riforma apre i servizi pubblici locali all’affidamento ai privati con gara entro il 31 dicembre 2010. Sono previste deroghe, ma il socio privato dovrà essere scelto con procedure ad evidenza pubblica. Le reti, che restano di proprietà pubblica, potranno essere affidate a privati. Sarà possibile l’affidamento simultaneo con gara di una pluralità di servizi locali. Infine, viene fissata la data limite del 31 dicembre 2010 per la cessazione delle concessioni relative al servizio idrico integrato che non siano state rilasciate con gara.

TRASPORTO PUBBLICO LOCALE. Ricostituita la dotazione finanziaria del Fondo per la promozione e il sostegno dello sviluppo del trasporto pubblico locale, istituito dalla legge finanziaria per il 2008 e destinato all’acquisto di veicoli adibiti al trasporto pubblico e allo sviluppo dei sistemi di trasporto pubblico nelle aree urbane.

PATTO STABILITÀ INTERNO. Per i comuni virtuosi il taglio dei compensi di sindaci e consiglieri non si fa. Per i comuni non virtuosi, che sono circa il 10% del totale, il taglio sale dal 20 al 30%. Inoltre, diventano più rigorosi i finanziamenti per le comunità montane: in totale queste riceveranno 30 milioni in meno all’anno, dal 2009 al 2011. Con la stretta all’uso dei derivati da parte degli Enti locali arriva lo stop ai prestiti che non prevedano il rimborso contestuale di interessi e capitale.

FAS. Almeno l’85% delle risorse del Fondo aree sottoutilizzate e del Piano operativo nazionale dovranno andare al Mezzogiorno.

EXPO MILANO 2015. Stanziati 1.486 milioni di euro nel periodo 2009-2015 per la realizzazione delle opere e delle attività connesse allo svolgimento del grande evento EXPO Milano 2015.

REDDITI ON-LINE. Mini-sanatoria per la pubblicazione su Internet. In deroga al divieto, per «gli elenchi, anche già pubblicati, concernenti i periodi d’imposta successivi a quello in corso al 31 dicembre 2004, e comunque fino alla data di entrata in vigore del decreto» la consultazione «può essere effettuata anche mediante l’utilizzo delle reti di comunicazione elettronica». Scongiurati i rischi di risarcimenti per le pubblicazioni avvenute in primavera.

CAUSE DI LAVORO. Fissato l’obbligo per il giudice, nell’ambito del processo del lavoro, di dare lettura delle ragioni di fatto e di diritto della decisione, fissando, per i casi più complessi, un termine per il deposito della sentenza, al fine di garantire una maggiore trasparenza e la certezza dei tempi.

SICUREZZA. Il governo stanzia 300 milioni, derivanti da tagli di spesa, 100 dei quali serviranno al potenziamento della sicurezza urbana.

AUTOTRASPORTO. Arrivano 116 milioni per ridurre i costi di esercizio delle imprese del settore.

TAX CREDIT CINEMA. Ripristinato il credito di imposta per gli investimenti nel settore che era stato abolito dal decreto che cancella l’Ici.

INPS-ENTRATE. Scambio telematico mensile sulle posizioni dei titolari di partita Iva e dei dati annuali di soggetti che percepiscono utili derivanti da contratti di associazione in partecipazione.

COMITATO PARALIMPICO. Aumenta di 3 milioni per ognuno degli anni 2008, 2009 e 2010 il contributo statale.

FS E ANAS. Trecento milioni in arrivo per le Fs, mentre Anas avrà la possibilità di accedere ad anticipazioni di cassa, da reintegrare entro fine anno, ma non per finanziare la spesa corrente.

AIUTOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!
di sicurezza sul lavoro neanche una parola--

Le magie dell' INTOCCABILE

Spiegazione chiara del piano antidemocratico del mago silvio. A mio parere[e non solo!], non ci sta, ne nel metodo ne nel merito!! Attenzione in NESSUN ALTRO PAESE democratico esiste l'immunità per le prime quattro cariche dello Stato. PERICOLO!! (ndcrippy)

DA Repubblica — 08 luglio 2008 pagina 1 sezione: PRIMA PAGINA

Il mago di Arcore pretende l' impunità e l' otterrà. Inutile girarci intorno, questo è lo stato dell' arte. È una confessione la «via d' uscita» escogitata da Gianni Letta. Il Parlamento discuterà subito il "lodo Alfano" che offre l' immunità alle prime quattro cariche dello Stato. Votato il "lodo", l' emendamento "sospendi-processi" diventerà superfluo. Berlusconi sarà intoccabile per cinque anni, qualsiasi reato abbia commesso in passato, qualsiasi reato gli capiterà di commettere da qui fino alla fine del suo mandato. La sospensione dei processi avrebbe congelato soltanto per un anno il dibattimento di Milano ormai agli sgoccioli (Berlusconi è imputato di corruzione in atti giudiziari). Il "lodo" va oltre. Lo lascia nel freezer per l' intera legislatura come tutte le altre inchieste e processi che lo ossessionano (corruzione di un incaricato di pubblico servizio, a Roma; diritti televisivi Mediaset e appropriazione indebita, a Milano). Salvo poi una nuova proroga di sette anni, se dovesse farcela a salire al Quirinale (Dio ci scampi). Le magie dell' uomo di Arcore non mutano, da una stagione a un' altra. Si ripropongono uguali, si replicano identiche nei passi, precise nelle mosse violente che lacerano l' equilibrio istituzionale e violano il principio dell' eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Il suo problema non è nuovo: deve fulminare il processo che lo vede imputato e guadagnare tempo. Nel 2001 (II governo Berlusconi) il mago lavora a trucchi da fiera con una strategia definita con sapienza. Gli avvocati vanno in aula e scatenano l' inferno. Cavilli. Ricusazioni (il giudice è prevenuto; ha già manifestato il suo parere; ha un' inimicizia grave). Rimessioni (Milano è pericolosa per l' imputato e per chi lo difende). Accompagna l' ostruzionismo avvocatesco con una tempesta mediatica: pubblici ministeri "politicizzati" o mezzi matti vogliono farlo fuori e azzerare le scelte del popolo sovrano. L' assalto rabbioso deve preparare il clima per le leggi ad personam che un Parlamento obbediente gli approva sul tamburo: vengono cancellati reati (falso in bilancio); abolite fonti di prova (le rogatorie internazionali); ristretti i tempi del processo (prescrizione); mutate le condizioni del legittimo sospetto per un tribunale. Infine, lo rende immune una legge che la Corte Costituzionale, poi, gli boccia. Sette anni dopo, quando ritorna a Palazzo Chigi, l' impegno di Berlusconi si replica. Ha promesso agli italiani più sicurezza. Confeziona un decreto legge che inaugura un "diritto della diseguaglianza". Indifferente alle contraddizioni, chiede con la mano destra di aumentare le pene per reati di particolare allarme sociale, con la mano sinistra infila nel provvedimento il congelamento dei processi per quegli stessi reati. È il cavallo di Troia utile a fermare il processo più importante, il suo, e se la sicurezza di tutti deve pagare qualche prezzo - con lo stop di 100 mila processi - che sia pagato. Il Capo dello Stato gli nega l' urgenza e la necessità di quella clausola. Non se ne cura. Due famigli in Parlamento presentano un emendamento che ferma i processi. Sostiene l' iniziativa innescando, come sempre, tensioni micidiali. La sua condizione processuale e il desiderio di impunità conquistano il primo posto nell' agenda del governo. Per più d' un mese, non si parla d' altro. Impudente, egli non parla d' altro ad ogni occasione con gli argomenti di sempre: estremisti infiltrati nella magistratura vogliono accopparlo per missione politica; sono fascisti che annunciano il ritorno del fascismo. Sa che deve scatenare il pandemonio per intascare il dovuto. Non esita a imbrogliare il presidente della Repubblica. Non si preoccupa di creare attriti con il suo maggior alleato, la Lega. Consapevolmente, distrugge ogni possibilità di dialogo con le opposizioni. Per tenere sotto pressione istituzioni e Paese decide cinicamente di mettere in piazza anche la sua vita privata. Sa che alcune sue conversazioni viziose sono state intercettate dalla magistratura. Non gli sfugge che alcune sono state già distrutte e altre lo saranno presto. Anche se nessuno potrà ascoltarle, imbraccia quelle memorie foniche come se fossero un' arma contro i suoi "nemici": vedete, mi hanno spiato e mi ricattano, vogliono costringermi alle dimissioni; bisogna fermare i processi, fermare i giudici, fermare le intercettazioni; devo essere protetto da ogni iniziativa della magistratura. Geme e strepita come un bambino viziato. Minaccia di rompere il giocattolo che gli è stato messo in mano. Il Paese in declino profondo, impoverito, impaurito, incapace di pensare al futuro, deve fare i conti con le fobie e le pretese del mago. A cui tutto si sacrifica. La leale collaborazione del governo con il Quirinale. La coesione della maggioranza. Il confronto parlamentare con l' opposizione. L' equilibrio dei poteri. Il rispetto della Costituzione. Le urgenze del Paese. È questa la scena che abbiamo sotto gli occhi. Più o meno, una guerra del capo del governo contro tutti e tutto, a protezione del suo privatissimo interesse. Il canovaccio prevede ora che, scatenato il diluvio, si avanzi Noè con la sua arca. Noè ha il profilo di Gianni Letta, l' astuto mediatore dei conflitti creati dal suo Capo. È il gioco delle parti, è chiaro. Sono le condizioni che creano, durante un interrogatorio maligno, il poliziotto "cattivo" e il poliziotto "buono". Letta è il "buono" e, dopo il lavoro al proscenio del "cattivo" (Berlusconi), tocca a lui. Chiama a sé gli attori e propone «la via d' uscita»: cancellazione del "sospendi-processi" e immediata approvazione del "lodo Alfano". Dunque, l' impunità quinquennale per il bambino prepotente è stata, fin dal primo momento, l' unico, ineliminabile, irriducibile esito della pantomima. Agli interlocutori, appare una mediazione addirittura accettabile considerata l' avventura che promette il frastuono del capo del governo. Si evita un conflitto tra Palazzo Chigi e Quirinale. Si scongiura il rischio di un rallentamento nell' azione di un governo a favore dell' economia del Paese. Si ripristinano le condizioni per un confronto riformatore con le opposizioni. Si sfugge alla distruzione della macchina giudiziaria. Gli attori, con le spalle al muro, acconsentono. Acconsente il Quirinale, la Lega frastornata; ci pensa il Partito democratico, disorientato e diviso. Acconsente finanche l' associazione magistrati che si consola: si salva Berlusconi, ma anche la possibilità di amministrare la giustizia. Dovremmo acconsentire tutti? Non ce lo ordinano i vangeli. In nessun Paese occidentale il capo del governo è temporaneamente immune per i reati comuni. Perché dovrebbe esserlo il nostro? Il "lodo Alfano" viola l' eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Perché dovremmo dimenticarlo? È incostituzionale una legge ordinaria che garantisce quell' immunità: che almeno abbia l' iter delle riforme costituzionali. Si possono chiudere gli occhi dinanzi alle obiezioni degli addetti allo studio della Costituzione? Sono già tre buone ragioni per non darla vinta a questa prepotenza. - GIUSEPPE D' AVANZO

FERMATA BOVISA

Così lontano, così vicino. Una trasmissione radiofonica per raccontare il quartiere dove la Scighera è nata e cresce: un percorso sonoro tra testimoni, luoghi, musiche e protagonisti per raccontare il quartiere
Bovisa di Milano per come è oggi e per come è cambiato negli anni. Uno storico inglese trasferitosi a vivere in Bovisa, un musicista di un gruppo reggae e uno scrittore cresciuti nel quartiere, quelli che in
Bovisa ci passano, quelli che ci sono nati…impressioni e analisi immersi nel paesaggio sonoro del quartiere.

http://www.lascighera.org/audio/by/title/fermata_bovisa

De la démocratie en Amerique", Alexis De Tocqueville, 1840

Ecco come TOCQUEVILLE, nel 1840, aveva gia capito tutto...

«Può tuttavia accadere che un gusto eccessivo per i beni materiali porti gli
uomini a mettersi nelle mani del primo padrone che si presenti loro.In
effetti, nella vita di ogni popolo democratico, vi è un passaggio assai
pericoloso. Quando il gusto per il benessere materiale si sviluppa più
rapidamente della civilità e dell'abitudine alla libertà, arriva un momento in
cui gli uomini si lasciano trascinare e quasi perdono la testa alla vista dei
beni che stanno per conquistare. Preoccupati solo di fare fortuna,non riescono
a cogliere lo stretto legame che unisce il benessere di ciascuno alla
prosperità di tutti. In casi del genere, non sarà neanche necessario strappare
loro i diritti di cui godono: saranno loro stessi a privarsene volentieri... Se
un individuo abile e ambizioso riesce a impadronirsi del potere in un simile
momento critico, troverà la strada aperta a qualsivoglia sopruso. Basterà che
si preoccupi per un po' di curare gli interessi materiali e nessuno lo chiamerà
a rispondere del resto. Che garantisca l'ordine anzitutto! Una nazione che
chieda al suo governo il solo mantenimento dell'ordine è già schiava in fondo
al cuore, schiava del suo benessere e da un momento all'altro può presentarsi
l'uomo destinato ad asservirla. Quando la gran massa dei cittadini vuole
occuparsi solo dei propri affari privati i più piccoli partiti possono
impadronirsi del potere. Non è raro allora vedere sulla vasta scena del mondo
delle moltitudini rappresentate da pochi uomini che parlano in nome di una
folla assente o disattenta, che agiscono in mezzo all'universale immobilità
disponendo a capriccio di ogni cosa: cambiando leggi e tiranneggiando a loro
piacimento sui costumi; tanto che non si può fare a meno di rimanere stupefatti
nel vedere in che mani indegne e deboli possa cadere un grande popolo».
RIFLETTIAMO!!

Il rancore a raccolta di Gabriele Polo

Oggi e domani si conclude una pessima tornata elettorale. Pessima e rivelatrice. Il baricentro del quadro politico si è radicalmente spostato a destra ed è lo specchio - per quanto «solo» istituzionale - di una società impaurita che, in grande maggioranza, propone «a chi di potere» lo scambio tra consenso e rassicurazione. Questo son state le elezioni del 13-14 aprile, una raccolta differenziata del rancore in cui tutte le paure della vita quotidiana si sono tradotte nell'incubo comune di una decadenza d'arginare, facendola pagare ai più deboli: ai pezzenti delle periferie, ai «mostri » in cui incarniamo le fobie dei nostri cervelli, alle culture ugualitarie incompatibili con l'ideologia dell'individuo che si fa strada facendo strame dei suoi simili (o che si rinchiude in comunità territoriali in guerra con tutto ciò che appare straniero). La sinistra, per un deficit «castale», non ha saputo rispondere a questi umori profondi, presumendo di sopravvivere come società politica separata e intangibile. E' stata cancellata dal quadro ufficiale e non è scontato che ne rientri a breve. Continua a vivere sparsa qua e là e da lì deve ripartire per ripensarsi. Oggi e domani si può reagire in tanti modi al terremoto avvenuto. Chiudersi in casa (per chi ne ha una confortevole), darsi alla letteratura (per i letterati), gettarsi in lotte intestine (per gli appassionati del capro espiatorio), arroccarsi nelle proprie casematte comunitarie (per chi gode ancora di un «luogo» praticabile), affidarsi a un comico in piazza (per gli amanti del genere). Una soluzione politica comune a portata di mano non è data, a sinistra. La si può solo costruire: contro gli sbocchi che la destra darà ai rancori sociali non basterà la testimonianza; di fronte all'alienazione di una società impaurita non servirà a nulla la propaganda. Battersi e capire sono due verbi difficili da conciliare,ma difficile è la realtà. Oggi e domani le elezioni per il Campidoglio potrebbero completare nefastamente questo panorama. Un sindaco fascista (questo sarebbe) non è un esito come un altro.Non tanto per le conseguenze sul quadro politico nazionale - a partire dal terremoto nel loft del Partito democratico -, quanto per il segnale storico che darebbe e per le conseguenze sulla vita quotidiana nella capitale: l'onda lunga di destra assumerebbe, ancor più di quanto oggi già sia, le caratteristiche di uno tsunami, le pulsioni cupe e violente che serpeggiano libere nelle relazioni tra gli individui troverebbero un riconoscimento istituzionale. Ogni ricostruzione a sinistra diventerebbe ancor più difficile, la stessa agibilità democratica verrebbe messa a rischio. Chi non lo comprende, vada pure almare, ma il consiglio (per il suo bene) è quello di non tornare.

Dopo 30 anni via il segreto di Stato

POLITICA
Decisione del governo: da maggio i misteri d'Italia escono dalle casseforti degli 007
Subito accessibili anche i faldoni che riguardano le stragi di piazza Fontana e Italicus
Dopo 30 anni via il segreto di Stato
Niente più omissis sul caso Moro
di LIANA MILELLA

Pubblicato il 13 aprile su Repubblica >>> ROMA - Il governo Prodi lo annuncia con un taglio decisamente low profile. Ma dopo anni di battaglie durissime e di scontri tra i magistrati, gli 007 e la politica, finalmente è caduto il muro del segreto di Stato. Non sarà più eterno, com'è stato finora. Durerà al massimo 15 anni rinnovabili con altri 15 con un decreto del presidente del Consiglio. Trenta in tutto, non uno di più.

In un'intervista radiofonica, al Gr1 di Radio Rai, il prodiano Enrico Micheli, sottosegretario alla presidenza con delega ai servizi segreti, rivela che il regolamento sul segreto di Stato, previsto dalla legge di riforma dell'intelligence, ha avuto il via libera. E poiché tutti, andando indietro di trent'anni, pensano subito al sequestro Moro, lui puntualizza: "Il decreto non riguarda esplicitamente quel caso, ma tutti i segreti di Stato che abbiano superato i trent'anni".

Aggiunge che, di persona, ha pregato "tutti", i servizi Dis (ex Cesis), Aise (ex Sismi) e Aisi (ex Sisde) e le forze di polizia, "di organizzare le consultazioni per quanti lo richiedano". Anche se Micheli non lo dice ufficialmente, si sa che la sua raccomandazione più calda ha riguardato in special modo tutte le carte del caso Moro che, giusto nel trentennale dell'assassinio dello statista, saranno sicuramente le più richieste.

Fatti due conti, e visto che il decreto dovrebbe essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale entro il 20 aprile, immediatamente le carte contenute nelle casseforti degli 007 e che riguardano i fatidici 55 giorni del sequestro potranno essere liberamente consultate da chi, i familiari delle vittime, storici, giornalisti, uomini politici, avrà interesse a farlo.

Un fatto è certo. Fatti gravissimi accaduti nello scorso secolo, dalla strage di piazza Fontana a quelle di Brescia e dell'Italicus, con il ruolo oscuro e depistatorio svolto dai servizi, potranno essere riletti. E stavolta non potrà accadere quello che racconta l'ex capo della procura di Milano Gerardo D'Ambrosio, uno dei magistrati che indagò proprio su piazza Fontana: "Andreotti rilasciò un'intervista in cui annunciava che avrebbe aperto i cassetti dei servizi. Noi ci precipitammo a Roma e lui ci disse di andare dal capo del Sid Vito Miceli che ci ricevette subito con un "che vi serve?". "Entrare negli archivi" rispondemmo noi. E lui "Eh no, impossibile. Ditemi che vi serve, noi lo cerchiamo e ve lo diamo".

D'Ambrosio è soddisfatto della legge, ma scettico sui risultati: "Era ora che anche in Italia si approvasse una norma come questa, ma bisogna vedere che cosa ci fanno trovare. Gli 007 sono talmente burocratici che incartano tutto, ma le carte scottanti forse non ci sono più".

È la stessa previsione dell'ex pm Felice Casson, protagonista di duri contrasti con i servizi: "La riforma è epocale, soprattutto perché avrà un effetto positivo per il futuro. Se già adesso si sa che le carte dovranno essere pubbliche, non si verificheranno più depistaggi. Quanto al passato invece credo che negli archivi degli 007 ormai ci sia ben poco. Su stragi come piazza Fontana, Brescia e Bologna dai cassetti dei servizi non verranno scoperte che potranno mutare gli accertamenti fatti nel corso dei processi".

Le voci critiche e i dubbi sulla riforma non mancano. L'ex pm Antonio Di Pietro avrebbe voluto un termini più stretto: "Per me 30 anni sono decisamente troppi, è solo un modo per non svelare nulla. Il segreto è comprensibile nell'immediatezza dei fatti per tutelare l'interesse pubblico, ma subito dopo ci vuole il controllo democratico. I depistaggi e l'uso strumentale dei servizi avrebbe consigliato un sistema diverso, per esempio affidare al Copaco la possibilità di far cessare il segreto anche dopo tre mesi".

L'ex presidente della commissione Stragi Giovanni Pellegrino, che ancora aspetta di veder resi pubblici i documenti sul caso Moro che pure nel 2001 aveva desecretato, è preoccupato dall'applicazione concreta del regolamento: "Temo che qualcuno, in modo restrittivo, possa dire che un documento trovato oggi, ma rispetto alla stesura del quale sono già passati 30 anni, possa essere invece oggetto di un nuovo sigillo di segretezza". Un dubbio che appare smentito dalla stessa formulazione del decreto che "libera" i documenti 30 anni dopo il vincolo di segretezza apposto dagli 007 oppure opposto dai magistrati dal presidente del Consiglio.

(13 aprile 2008)